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mercoledì 30 novembre 2011

Sant'Andrea apostolo

(Bethsaida di Galilea - Patrasso (Grecia), ca. 60 dopo Cristo).
Andrea, già discepolo di Giovanni Battista, fratello di Pietro, gli comunicò la scoperta del Messia. Entrambi furono chiamati dal Maestro sulle rive del lago per diventare 'pescatori di uomini'. Nel prodigio della moltiplicazione dei pani segnala a Gesù il fanciullo dei cinque pani e dei due pesci. Egli stesso insieme a Filippo riferisce che alcuni Greci vogliono vedere Gesù. Crocifisso a Patrasso secondo la tradizione, è particolarmente venerato nella Chiesa greca.
Tra gli apostoli è il primo che incontriamo nei Vangeli: il pescatore Andrea, nato a Bethsaida di Galilea, fratello di Simon Pietro. Il Vangelo di Giovanni (cap. 1) ce lo mostra con un amico mentre segue la predicazione del Battista; il quale, vedendo passare Gesù da lui battezzato il giorno prima, esclama: "Ecco l’agnello di Dio!". Parole che immediatamente spingono Andrea e il suo amico verso Gesù: lo raggiungono, gli parlano e Andrea corre poi a informare il fratello: "Abbiamo trovato il Messia!". Poco dopo, ecco pure Simone davanti a Gesù; il quale "fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, figlio di Giovanni: ti chiamerai Cefa”". Questa è la presentazione. Poi viene la chiamata. I due fratelli sono tornati al loro lavoro di pescatori sul “mare di Galilea”: ma lasciano tutto di colpo quando arriva Gesù e dice: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini" (Matteo 4,18-20).
Troviamo poi Andrea nel gruppetto – con Pietro, Giacomo e Giovanni – che sul monte degli Ulivi, “in disparte”, interroga Gesù sui segni degli ultimi tempi: e la risposta è nota come il “discorso escatologico” del Signore, che insegna come ci si deve preparare alla venuta del Figlio dell’Uomo "con grande potenza e gloria" (Marco 13). Infine, il nome di Andrea compare nel primo capitolo degli Atti con quelli degli altri apostoli diretti a Gerusalemme dopo l’Ascensione.
E poi la Scrittura non dice altro di lui, mentre ne parlano alcuni testi apocrifi, ossia non canonici. Uno di questi, del II secolo, pubblicato nel 1740 da L.A. Muratori, afferma che Andrea ha incoraggiato Giovanni a scrivere il suo Vangelo. E un testo copto contiene questa benedizione di Gesù ad Andrea: "Tu sarai una colonna di luce nel mio regno, in Gerusalemme, la mia città prediletta. Amen". Lo storico Eusebio di Cesarea (ca. 265-340) scrive che Andrea predica il Vangelo in Asia Minore e nella Russia meridionale. Poi, passato in Grecia, guida i cristiani di Patrasso. E qui subisce il martirio per crocifissione: appeso con funi a testa in giù, secondo una tradizione, a una croce in forma di X; quella detta poi “croce di Sant’Andrea”. Questo accade intorno all’anno 60, un 30 novembre.
Nel 357 i suoi resti vengono portati a Costantinopoli; ma il capo, tranne un frammento, resta a Patrasso. Nel 1206, durante l’occupazione di Costantinopoli (quarta crociata) il legato pontificio cardinale Capuano, di Amalfi, trasferisce quelle reliquie in Italia. E nel 1208 gli amalfitani le accolgono solennemente nella cripta del loro Duomo. Quando nel 1460 i Turchi invadono la Grecia, il capo dell’Apostolo viene portato da Patrasso a Roma, dove sarà custodito in San Pietro per cinque secoli. Ossia fino a quando il papa Paolo VI, nel 1964, farà restituire la reliquia alla Chiesa di Patrasso.

lunedì 24 ottobre 2011

Non aspettare...

...di finire l'università, d'innamorarti, di trovare lavoro, di sposarti, di avere figli, di vederli sistemati, di perdere quei dieci chili, che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina, la primavera, l’estate, l’autunno o l’inverno. Non c’è momento migliore di questo per essere felice.
La felicità è un percorso, non una destinazione.
Lavora come se non avessi bisogno di denaro, ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se ...non ti vedesse nessuno. Ricordati che la pelle avvizzisce, i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni. Ma l’importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età. Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.
Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza. Dietro ogni risultato c’è un’altra sfida. Finché sei vivo, sentiti vivo. Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.
(Madre Teresa di Calcutta)

sabato 3 settembre 2011

Quando la vita diviene preghiera

Un senso di vuoto intriso dal sapore di pianto e gli occhi si inumidiscono, e sento, dentro, l'anima che si dibatte, con un fruscio d'ali d'ucello, perchè vorrebbe volare lontano messaggera di buone novelle...
E' un agiornata nera come l'inchiostro, gelida come una landa siberiana. Eppure, sono pieno di luce e di calore quando le mie labbra si muovono a preghiera, quando riesco a infondere la speranza e sgorgano dal cuore aneliti d'amore, puro e appassionato, quando so che domani e dopodomani spargerò nuovamente linfa benefica attorno a chi è ammalato di solitudine, non sente il richiamo di Dio ed è stanco di vivere.
Vorrei che il mio umano modo di reagire non avesse mai tregua. Vorrei pregare gioiosamente senza divagazione, amare, sempre, senza chiedere nulla in cambio, sentire in ogni momento della vita, bussare alla porta della mia connaturata carità.
Non lo so, Signore, se Tu sei soddisfatto di me.
Rendimi contenta di quello che faccio -non potrei fare di più, Tu lo sai- mentre ti prometto che fino a che vedrò il sole sorgere Ti seguirò.
cancella l'inchiostro che macchia l'azzurro dei miei orizzonti e inondami di chiarore, quello che precede il nascere delle aurore e promette cieli sereni. Scaldarmi sino a bruciarmi ardentemente del Tuo Amore Divino.
Compatisci questa povera donna che sono, quando gli occhi filtrano tenebre inesistenti e si bagnano di lacrime perchè mi strugge il pensiero della mia scarsa seminaggione...
Io credo, Signore,
siano questi i momenti che ti amo di più, perchè prorompe la voglia di fare, di dare, infinitamente, mentre sento penetrare in me la tua consolazione e le braccia Tue di Padre, ancora una volta, stringermi di più.
Lux

venerdì 2 settembre 2011

Augurio


"O tu,
che nell'instabilità continua della vita presente
ti accorgi di essere sballottato fra le tempeste
senza punto sicuro dove appoggiarti,
tieni ben fisso lo sguardo al fulgore di questa stella
e invoca Maria!
Maria sia sempre nella tua bocca e nel tuo cuore".
San Bernardo

sabato 6 agosto 2011

Dio: Luce della Fede

Quando non c'è luce non solo si è impossibilitati a vedere le cose, ma vi si inciampa e si cade. In una situazione come questa il Signore non occupa il primo posto, e forse nemmeno il secondo. Nella vita di un'anima scivolata nella tiepidezza Dio è nient'altro che una cosa in più: non illumina la sua esistenza quotidiana. I nostri occhi ci portano a guardare unicamente con visione umana ciò che ci circonda: Dio pare essere lontano dagli affari della vita ordinaria, dalle circostanze della nostra vita e quelle del nostro tempo. Gli occhi dell'anima si annebbiano; la ragione si crede autosufficiente per comprendere tutto prescindendo da dio. Allora non si chiede l'aiuto necessario, dimenticando l'insegnamento dello stesso Gesù. E se si fa assegnamento solo sulle propie forze, quando queste vengono a mancare, si cadrà spesso nello sconforto. Abbiamo un Dio-Padre che ha a cuore le nostre preoccupazioni e provvede alle nostre necessità. Vivendo alla giornata fanno in modo di trascorrerla il meglio, o il meno peggio, possibile; lavorando, se è necessario farlo, per vivere, altrimenti non fanno nulla. La storia personale di ogni uomo è piena di segni divini, ma per vederie in essi il Signore è indispensabile una buona disposizione, quella della fede viva che la persona tiepida sta a poco a poco perdendo. Il tiepido diventa sempre più cieco verso il soprannaturale; mentre chi ha una vita interiore salda trova Dio anche nei momenti più duri o quando gli avvenimenti sembrano nasconderlo. Questa visione soprannaturale ci consente di vedere negli altri dei figli di Dio e di trattarli, pertanto, con il rispetto che meritano. Quando siamo uniti a Dio, non ci può capitare nulla di irreparabile. Con gli occhi di fede, con visione soprannaturale, la nostra storia è la storia dell'incessante misericordia di Dio. Sappiamo che Dio è prodigato, e continua a prodigarsi, in doni che non meritiamo: la vita, la Redensione, la sacra Eucarestia, le continue e misteriose aspirazioni dello Spirito Santo. Tutto è dono gratuito di Dio, tutto. Guardando attentamente la nostra vita, ci resta da fare una cosa sola: ringraziare notte e giorno il Signore. "In ogni cosa rendete grazie", diceva San Paolo ai primi cristiani di Tessalonica, "questa infatti è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi". Trovarsi alla presenza di Dio comporta sottomissione della fantasia, che santa Teresa era solita chiamare "la pazza di casa", se non si controlla mediante la mortificazione, non si potrà avere vita interiore. "Se non la domini, non potrai mai godere di quella calma serena che è così necessaria per servire Dio. E' necessario cercare il raccoglimento, mortificare i sensi, vivere al di dentro, senza sterili evasioni. Abbi vita interiore e vedrai, con colore e rilievo insospettati, le meraviglie di un mondo migliore, di un mondo nuovo: e vivrai l'intimità con Dio, conoscerai la tua miseria, e ti glorificherai, con una glorificazione che, nell'avvicinarti a tuo Padre, ti renderà fratello dei tuoi fratelli., gli uomini. Il raccoglimento di cui abbiamo bisogno è pienamente compatibile con l'attività esteriore, col lavoro e la vita di relazioni. Per di più la nostra vita, se non è orientata soltanto alle cose passeggere, se non si lascia dominare dalla frivolezza, ha sempre una dimensione profonda e intima, un certo raccoglimento che raggiunge il suo pieno senso in Dio. Il raccoglimento è un lavoro positivo: è evitare che i sensi e le facoltà si disperdano, indirizzandoli verso un solo centro di attenzione. Al contrario non sarà praticabile nè la preghiera nè la presenza di Dio. E senza presenza di Dio non ci è possibile avere visione soprannaturale sui fatti piccoli o grandi che compongono l'intreccio della nostra vita.
Tratto dai ritiri spirituali

sabato 30 luglio 2011

Il Regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto...

Cerchiamo di essere intelligenti come l'uomo che ha trovato il tesoro o la perla preziosa. Sappiamo fare delle scelte più vantaggiose. Il tesoro che la grazia ci apre è tale, che vale la pena di sacrificare ogni cosa per arricchirci di beni superiori e così non vivere invano.

venerdì 24 giugno 2011

Messaggio della Madonna di Medjugorje

Non ho mai sentito parole così belle e confortanti. Il fatto che poi provenissero dalla Madonna mi stupisce. Stendere le braccia su di noi come segno di salvezza. Accogliamola.
18.03.2011
"Cari figli,
oggi tendo le mie braccia verso di voi. Non abbiate paura di accoglierle. Esse vi vogliono dare amore, pace e aiutarvi nella salvezza. E per questo, figli miei, accoglietele. Riempite il mio cuore di felicità e io vi guiderò verso la santità. La strada sulla quale io vi guido è difficile, piena di prove e di cadute. Io sarò con voi e le mie braccia vi sosterranno. Siate perseveranti, affinchè alla fine del cammino tutti insieme, nella gioia e nell'amore, potremo tenerci per le mani di mio Figlio. Venite con me, non abbiate paura.
Vi ringrazio".

lunedì 23 maggio 2011

Santa Rita da Cascia
La tradizione ci racconta che, portata alla vita religiosa, fu data in sposa ad un uomo brutale e violento che, convertito da lei, venne in seguito ucciso per una vendetta. I due figli giurarono di vendicarlo e Rita, non riuscendo a dissuaderli, prego Dio per farli piuttosto morire. Quando ciò si verificò, Rita si ritirò alla vita monacale nel monastero delle Agostiniane di Santa Maria Maddalena. Quì condusse una santa vita con una particolare spiritualità in cui veniva privileggiata la passione di Cristo. Durante un'estasi ricevette una stigmate sulla fronte che le rimase fino alla morte. La sua esistenza di moglie e di madre cristiana, segnata dal dolore e dalle miserie umane, è ancora un esempio. Ecco perchè viene definità la Santa delle donne maritate infelicemente e dei casi disperati. La Santa degli impossibili.

sabato 30 aprile 2011

Il calvario tre giorni dopo



I Vangeli ci raccontano numerose apparizioni del Risorto avvenute nel giorno di Pasqua.Se è lecito esprimere delle preferenze, quella che mi commuove di più è l'apparizione a Maria di Magdala, piangente accanto al sepolcro vuoto. Le si avvicina Gesù e le dice: "Perché piangi?".Donna, le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi. A meno che tu non pianga per gioia o per amore.Vedi: la collina del Calvario, che l'altro ieri sera era solo un teschio coperto di fango, oggi si è improvvisamente allagata di un mare d'erba.I sassi si sono coperti di velluto. Le chiazze di sangue sono tutte fiorite di anemoni e asfodeli. Il cielo, che venerdì era uno straccio pauroso, oggi è limpido come un sogno di libertà.Siamo appena al terzo giorno, ma sono bastate queste poche ore perché il mondo facesse un balzo di millenni.No, non misurare sui calendari dell'uomo la distanza che separa quest'alba luminosa dal tramonto livido dell'ultimo venerdì.Non è trascorso del tempo: è passata un'eternità.Donna, tu non lo sai: ma oggi è cominciata la nuova creazione.Cari amici, nel giorno solennissimo di Pasqua anch'io debbo rivolgere a ciascuno di voi la stessa domanda di Gesù: "Perché piangi?"Le tue lacrime non hanno più motivo di scorrerti dagli occhi. A meno che non siano l'ultimo rigagnolo di un pianto antico. O l'ultimo fiotto di una vecchia riserva di dolore da cui ancora la tua anima non è riuscita a liberarsi.Lo so che hai buon gioco a dirmi che sto vaneggiando. Lo so che hai mille ragioni per tacciarmi di follia. Lo so che non ti mancano gli argomenti per puntellare la tua disperazione. Lo so.Forse rischio di restare in silenzio anch'io, se tu mi parli a lungo dei dolori dell'umanità: della fame, delle torture, della droga, della violenza. Forse non avrò nulla da replicarti se attaccherai il discorso sulla guerra nucleare, sulla corsa alle armi o, per non andare troppo lontano, sul mega poligono di tiro che piazzeranno sulle nostre terre, attentando alla nostra sicurezza, sovvertendo la nostra economia e infischiandosene di tutte le nostre marce della pace.Forse rimarrò suggestionato anch'io dal fascino sottile del pessimismo, se tu mi racconterai della prostituzione pubblica sulla statale, del dilagare dei furti nelle nostre case, della recrudescenza di barbarie tra i minori della nostra città.Forse mi arrenderò anch'io alle lusinghe dello scetticismo, se mi attarderò ad ascoltarti sulle manovre dei potenti, sul pianto dei poveri, sulla miseria degli sfrattati, sulle umiliazioni di tanta gente senza lavoro.Forse vedrai vacillare anche la mia speranza se continuerai a parlarmi di Teresa che, a trantacinque anni, sta morendo di cancro. O di Corrado che, a dieci, è stato inutilmente operato al cervello. O di Lucia che, dopo Pasqua, farà la Prima Comunione in casa perché in chiesa, con gli altri compagni, non potrà andarci più. O di Nicola e Annalisa che, dopo tre anni di matrimonio e dopo aver messo al mondo una creatura, se ne sono andati ognuno per la sua strada, perché non hanno più nulla da dirsi.Queste cose le so: ma io voglio giocarmi, fino all'ultima, tutte le carte dell'incredibile e dire ugualmente che il nostro pianto non ha più ragione di esistere.La Resurrezione di Gesù ne ha disseccate le sorgenti. E tutte le lacrime che si trovano in circolazione sono come gli ultimi scoli delle tubature dopo che hanno chiuso l'acquedotto.Riconciliamoci con la gioia.La Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi e perfino la morte, dal versante giusto: quello del "terzo giorno".Da quel versante, il luogo del cranio ci apparirà come il Tabor. Le croci sembreranno antenne, piazzate per farci udire la musica del Cielo. Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell'agonia, ma i travagli del parto.E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani crocifisse, saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d'ora le luci di un mondo nuovo!
Don Tonino Bello

sabato 16 aprile 2011

I piccoli crociferi di Grottaglie

La Passione di Gesù è il più grande dramma d’amore.
Cristo non poteva fare di più per dimostrarci quanto ci ama.

Per questo il cammino della Croce è invito alla preghiera, alla gratitudine; è scuola di misericordia, di umiltà, di carità.

Insieme a Maria, la Madre che ha vissuto tutta la Passione del Figlio,ripercorriamo la Via della Croce che ci offrirà un rigoroso confronto di vita e ci indurrà a intraprendere un cammino di conversione.

lunedì 4 aprile 2011

Grazie Signore

Grazie Signore, per le piccole gioie: quelle grandi sono troppo care! Grazie per il sole che bussa alla mia finestra; per un sorriso ricevuto; per una parola di speranza; per un momento solo di benessere e di pace! Grazie per questi piccoli doni che mi aiutano a sopportare le ore più difficili. Se li mettessi insieme, forse troverei un modo nuovo per capire la vita. Grazie per queste piccole gioie che mi fanno intravedere l'altra faccia delle cose: nella sofferenza c'è anche l'amore; nel travaglio c'è vita; nelle tenebre si scopre la fede. Niente è completamente nero in questo mondo indurito. Con queste piccole gioie posso prepararmi alla gioia perfetta per cui mi hai fatto: posso credere nel tuo Regno!
Anonimo

domenica 20 marzo 2011

Una preghiera per l'umore

"Signore,
sono ancora un ramoscello sottile
e a volte il vento mi piega.
Ma voglio crescere, crescere bene.
Prenditi cura di me.
Fammi pianta diritta e robusta
perchè anch'io dia frutto
al sopraggiungere della mia stagione".

lunedì 14 marzo 2011

San Giuseppe, secondo il Nuovo Testamento, è lo sposo di Maria e molte confessioni cristiane lo ritengono il padre putativo di Gesù. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Il nome Giuseppe è la versione italiana dell'ebraico Yosef, attraverso il latino Ioseph.
Giuseppe, Maria e Gesù bambino sono anche collettivamente chiamati Sacra famiglia.
Padre putativoI Vangeli e la dottrina cristiana affermano che il vero padre di Gesù fu Dio stesso: Maria lo concepì miracolosamente senza aver avuto rapporti sessuali con alcuno, per intervento dello Spirito Santo. Giuseppe, messo al corrente di quanto era accaduto da una visione avuta in sogno, accettò di sposarla e di riconoscere legalmente Gesù come proprio figlio. Perciò la tradizione lo chiama padre putativo di Gesù (dal latino puto, "credo"), cioè colui "che era creduto" suo padre (sulla scorta di Lc3,23)


(Tratto dalla Wikipedia)

domenica 6 marzo 2011

La leggenda dell'amore

C'era una volta l'amore...

L'amore abitava in una casa pavimentata di stelle e adornata di sole.
Un giorno l'amore pensò ad una casa più bella. Che strana idea quella dell'amore!
E fece la Terra, e sulla Terra, ecco, fece la carne, e nella carne ispirò la vita e nella vita impresse l'immagine della sua somiglianza. E la chiamò uomo!
E dentro l'uomo, nel suo cuore, l'amore costruì la sua casa: piccola, ma palpitante, inquieta, insoddisfatta come l'amore.
E l'amore andò ad abitare nel cuore dell'uomo e ci entrò tutto là dentro, perchè il cuore dell'uomo è fatto d'infinito.
Ma un giorno... l'uomo ebbe invidia dell'amore. Voleva impossessarsi della casa dell'amore, la voleva solo e tutta per sè, voleva per se la felicità dell'amore, come se l'amore potesse vivere da solo.
E l'amore fu scacciato dal cuore dell'uomo.
L'uomo allora cominciò a riempire il suo cuore, lo riempì, lo riempì di tutte le ricchezze della Terra, ma era ancora vuoto.
L'uomo, triste, si procurò il cibo col sudore della sua fronte, ma era sempre affamato, e restava con il cuore terribilmente vuoto.
Un giorno l'uomo decise di condividere il suo cuore con le creature della Terra.
L'amore venne a saperlo...
Si rivesti di carne e venne anche Lui a ricevere il cuore dell'uomo.
Ma l'uomo riconobbe l'amore e lo inchiodò sualla croce.
E continuò a sudare per procurarsi il cibo.
L'amore allora ebbe un'idea:
Si rivestì di cibo, si travestì di pane e attese silenzioso.
Quando l'uomo affamato, lo mangiò, l'amore ritornò nella sua casa, nel cuore dell'uomo. E il cuore dell'uomo fu riempito di vita, perchè la vita è amore.
Un poeta brasiliano


domenica 27 febbraio 2011

Saper amare

Le persone che sanno amare
sono quelle che rendono bello il mondo.
Non sono gli scienziati o gli economisti o i politici le persone che contano di più:
le persone più importanti della terra sono le persone profondamente buone.
Perchè sono loro che sanno dare alla gente quello di cui la gente ha bisogno:
la bontà.
Chi porta bontà comunica pace, sicurezza, forza, perchè comunica Dio.
Abbiamo bisogno di tante cose:
di salute, di pane, di lavoro, di tranquillità e di pace, bontà, ma più di tutto di gente che alzi il livello dellla bontà sulla terra, che trasmetta amore, perchè abbiamo bisogno di Dio.
Coi soldi, si dice, si fa tutto.
Non è vero.
Le cose più importanti non si comprano con i soldi.
Invece è vero che con l'amore si ottiene tutto,
anche i cuori di pietra non resistono davanti ad una persona profondamente buona,
capace di amare, perchè è la potenza di Dio sulla terra.
Abbiamo bisogno di gente che insegni ad amare.
Non ci vogliono lauree per insegnare ad amare, basta amare.
Anche l'analfabeta può essere maestro ed insegnare.
Se abbiamo gente che sa amare, abbiamo maestri di bontà che incrementano sulla terra l'amore, persone che rendono sensibile e visibile la presenza di Dio tra gli uomini.
Amare è calarsi nei problemi degli altri, è sacrificare il propio tempo, e aiutare le persone fino in fondo come sa fare Dio con ciascuno di noi.
Amare è comprendere.
Amare è perdonare.
E' cambiare il male col bene.
Amare è dare affetto, attenzione, forza a chi non ce l'ha.
Amare è dare,
senza attendere il ricambio,
come sa far Dio con noi, senza stancarsi mai.
Quando sei paziente
mentre tutti perderebbero la pazienza,
quando ti controlli davanti ad un pensiero negativo,
quando fermi una parola di condanna che sembrerebbe ha tutti leggittima,
stai diventando esperto in amore.
Amare è fermarsi accanto ad ogni pena senza passare oltre,
è trovare il tempo per uno che soffre mentre manca il tempo per te e le tue cose.
Amare è rendere presente Dio in mezzo alla gente.
Quando tu ami, anche se non te ne accorgi,
il volto di Cristo si illumina in te,
la luce di Cristo brilla nei tuoi occhi,
il sorriso di Cristo passa sulle tue labbra.

Signore,
moltiplica sulla terra le persone capaci di amare,
perchè gli uomini hanno troppo bisogno di te.
Monaco nel mondo